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I.D.E.A. per Taranto e Mar Piccolo: valorizzazione dei beni ambientali e culturali

 

“I.D.E.A. per Taranto e Mar Piccolo” è un Laboratorio dal Basso nato per creare competenze legate alla valorizzazione dei beni culturali e dei percorsi artistici su Taranto. Dal 6 giugno al 31 luglio a Taranto, sarà attivato un percorso formativo innovativo, intento a potenziare il territorio in quanto luogo del sapere delle comunità locali, delle testimonianze, dei valori ambientali e della sua rappresentazione sociale. Il tutto attraverso una progettualità che coniughi le esigenze di promozione turistica con la necessità di tutela del patrimonio culturale ed ambientale. La promozione delle risorse, tramite nuove forme organizzate, contribuirà allo sviluppo di una coesione socioculturale, rafforzandone le economie locali alternative.

Il laboratorio punta a diffondere i principi di un’economia legata all’identità della comunità, che diviene socialmente responsabile e operatrice attiva di un cambiamento: promuovere le competenze che vivono sul territorio e rendere applicabile l’idea della smart economy. Un turismo ecosostenibile e innovativo, che si coniughi con l’industria creativa, entrambi riconosciuti come settori di sviluppo strategico dalla Regione Puglia, è la grande sfida lanciata da I.D.E.A. per Taranto e Mar Piccolo.

Le docenze saranno affidate a

  • Vita Santoro, ricercatrice in antropologia museale e cultural project manager;
  • Sandra Ferracuti, vicepresidente di Simbdea, svolge attività di ricerca etnografica sulla museografia “spontanea” italiana;
  • Cristina Alga, cofondatore del Clac (Centro laboratorio arti contemporanee), gestisce l’Ecomuseo Mare Memoria Viva, dedicato al rapporto tra Palermo e il mare raccontato dalle comunità locali;
  • Davide Leone, architetto e dottore in pianificazione urbana e territoriale presso l’Università di Palermo.Collabora col Clac per la realizzazione di mappe di comunità;
  • Maurizio Manna, direttore regionale di Legambiente, ha curato la rete escursionistica e l’iter istitutivo del sistema delle aree protette regionali nel Salento;
  • Luisiella Guerrieri, dirigente urbanistica del comune di Alliste. Si occupa di riuso dei beni ambientali e culturali abbandonati, oltre che essere referente del progetto dei SAC;
  • ·Marc Jorand,membro dell’Evenement nautique di Brest, è promotore del gemellaggio Taranto-Brest e facilitatore di accordi per l’utilizzo di aree militari;
  • Lajos Talamonti, autore freelance, regista e performer. Ha fondato a Berlino la piattaforma URBAN LIES (arte urbana). Collabora con teatri e compagnie internazionali;
  • Leonardo Delogu, ricercatore sul movimento e il paesaggio, performer e formatore. Ha creato Dom, contenitore di percorsi formativi,di ricerca e produzione spettacoli;

Il Laboratorio si rivolge sia gli operatori già attivi nel settore, ma anche chi è semplicemente curioso di approfondire i temi che abbracceranno la cultura, l’ambiente e l’arte urbana.

I.D.E.A. per Taranto e Mar Piccolo è organizzato dall’associazione C.S.D.R. Le Sciaje in collaborazione con MIBACT Ministero dei beni e delle attività culturali del turismo, Centro Ittico Tarantino, Consulta provinciale politiche giovanili Taranto, Archeoclub d’Italia, Labuat , Welcome Home Intenational.

Scarica il programma del Laboratorio

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C’eravamo tanto Amati

Mettere piede dopo due anni a Palazzo amati mi ha lasciata senza fiato!

Fino all’aprile dello scorso anno era sede del corso di laurea in scienze della maricoltura, acquacoltura ed igiene dei prodotti ittici, oggi è solo l’ennesimo Palazzo incustodito. Un tempo, entrando nel Palazzo, si avvertiva subito l’odore del mare e la barca in legno con le “zoche” di cozze, posizionata all’entrata, ti ricordava la vocazione tarantina. Sabato 17 maggio, entrando, lo scenario era completamente stravolto.

L’odore di muffa, la barca rotta, il pavimento ricoperto da terra e frammenti di conchiglie appartenenti alla collezione presente a piano terra. Tutto rivoltato, rubato, distrutto!

Un’intera collezione di reperti marini catalogati ed esposti, utilizzati un tempo da noi studenti di maricoltura per fare orientamento a giovani diplomandi e invogliarli a scegliere come percorso universitario quello di maricoltura, oggi è stata sfigurata e lasciata lì ancora incustodita. Salendo ai piani superiori, con il ricordo di ciò che erano le nostre aule studio e laboratori, lo scenario non cambia: ringhiere e porte degli ascensori mancanti, bagni rotti, libri, fogli e documenti ovunque, ancora reperti marini rubati e sfregiati, laboratori messi sotto sopra, tutto distrutto anche qui!

Allora mi chiedo: come si può non custodire un Palazzo che contiene così tanto valore sia materiale che immateriale? Perché a distanza di mesi dai furti non è cambiato niente? Anche il grosso buco nella parete è ancora aperto.

Chiudere il corso di laurea in scienze della maricoltura, in una città di mare come Taranto è stata una mossa già di per sè sbagliata, ma prevedibile, visto che nei miei anni di frequenza ci veniva negato ogni diritto: i laboratori attrezzati non potevano essere utilizzati per mancanza di personale quale tecnico per la supervisione; per un periodo non ci veniva fornita neanche più la carta per fotocopie; la biblioteca non permetteva chissà quale documentazione; gli ascensori presenti non funzionavano; la sala informatica, inaugurata nel 2006, è stata chiusa dopo un anno e mai più riaperta, a causa del mancato rinnovo del contratto per la connessione da parte dell’università di Bari. Inoltre a rendere più beffardo il tutto, l’unica possibilità di magistrale, a conseguimento della triennale, è a Valenzano tra l’altro neanche inerente ai nostri studi. Potrei continuare con l’elenco, ma mi fermo qui.

La questione centrale, ora, è l’urgente necessità di recuperare il recuperabile, soprattutto la collezione di reperti marini e attrezzi della pesca per renderla fruibile. L’università di Bari e il Comune di Taranto non possono restare fermi d’avanti ad uno scandalo del genere. La città dei due mari, paradossalmente, non ha un museo del mare, che invece rappresenterebbe un forte richiamo per il turista e produrrebbe lavoro. Bene, questo potrebbe essere l’inizio!

Unendo ciò che resta del museo di maricoltura ad un’altra grande collezione di reperti marini, che è quella del prof. Pietro Parenzan e un tempo visitabile presso il Talassografico di via Roma, potrebbe essere allestita una parte del Palazzo, dando valore a quello che è un patrimonio sia immateriale di grande valenza della città che materiale. Se ci si impegnasse a rendere Palazzo Amati (costruito nella seconda metà del Settecento dal Barone Giacomo Amati), il luogo della cultura marinara, gli verrebbe restituita l’ormai persa dignità.

Dott.ssa Ileana Giunta Collaboratrice a.p.s. Le sciaje 

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TARANTO DOVE LA RITROVO – Seconda edizione!

Parte la seconda edizione di “Taranto dove la ritrovo”!

L’obiettivo della rassegna è valorizzare Città vecchia e Mar Piccolo riscoprendone conoscenza, tutela e recupero.
La cultura concepita come elemento di arricchimento collettivo utile allo sviluppo di una vita di comunità consapevole della propria Tarentinità.
La sfida dell’iniziativa è proprio quella di voler trasmettere alle nuove generazioni il valore del patrimonio delle “cose Tarentine” nella Taranto di oggi.
L’edizione 2014 di Taranto Dove la Ritrovo svilupperà il proprio calendario di eventi in sinergia con le diverse proposte e attività che si svolgeranno nel territorio.
Si presenta quindi come un contenitore aperto di idee itinerante.
Si inizia l’11 maggio in villa Peripato con l’allestimento di uno stand nell’ambito del Garden Festival promosso dal Comune di Taranto.
In questa occasione saranno presentate due iniziative: Tabuh e Tintarella al Galeso.
TABUH – Urban game, è la caccia al tesoro che si svolgerà in Città Vecchia il prossimo 17 Maggio con partenza alle ore 15 in piazza fontana, in collaborazione con i proponenti.

Invece, Tintarella al Galeso, è un evento che si svolgerà in più giornate partecipate con lo scopo di rendere l’area fruibile, consegnando ai cittadini uno spazio verde da vivere. Due saranno i giorni dedicati al Parco Letterario del Galeso, il pomeriggio di giovedì 15 Maggio durante il quale sarà avviata la pulizia partecipata per rendere agibile l’argine artificiale del fiume e domenica 18 Maggio per continuare la pulizia e trascorrere una giornata tra natura e tintarella!
A partire da giorno 11 raccoglieremo le adesioni al sopralluogo partecipato a cui siete TUTTI INVITATI!
Le aree verdi del Galeso e del Peripato oltre ad essere suggestivi e utili polmoni verdi del paesaggio tarantino, sono luoghi strettamente connessi alla memoria storica il cui valore merita di non andar disperso iniziando così una raccolta condivisa/partecipata di materiale storico.
Quindi, la cultura concepita come elemento di arricchimento collettivo, utile allo sviluppo di una vita di comunità consapevole della propria Tarentinità: conservazione del patrimonio storico-culturale non solo espresso con il restauro e i diversi interventi di recupero dei beni architettonici, ma anche custodendo identità, luoghi e tradizioni culturali.

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TaBuh!

SABATO 17 dalle ore 15, non mancate e iscrivetevi!

TABUH – TARANTO URBAN GAME – LA CITTA’ VECCHIA DA SCOPRIRE

TABUH è un gioco urbano, uno spazio ludico/creativo per contribuire a Ri-scoprire la città vecchia di Taranto attraverso momenti di conoscenza, condivisone e scambio fra i giocatori e gli abitanti, su argomenti come storia, identità, opportunità, esigenze.

TABUH è una caccia al tesoro nascosto, un momento partecipato, sperimentale, interattivo e multimediale che si snoderà per i luoghi conosciuti e meno conosciuti dell’isola.

Il tema della rigenerazione urbana nella città vecchia di Taranto si ripropone oggi con forza nell’agenda politica cittadina. Il dramma dei continui crolli e la fase storica che la città di Taranto sta vivendo, nella ridefinizione del suo futuro, possono essere affrontati solo investendo sul patrimonio storico, sociale e culturale, espressione di un’identità da difendere e rilanciare.
La necessità di realizzare un processo realmente partecipato, che parta dai bisogni di chi già abita quei luoghi e dalla mancanza di servizi, mette la comunità tutta davanti all’esigenza di non realizzare progetti calati dall’alto, slegati dal contesto quotidiano, individuando i cittadini dell’isola come una risorsa attiva e non come un problema.

TABUH può essere una opportunità, una riflessione pubblica sulla rigenerazione urbana, sui processi di innovazione sociale e partecipazione dal basso.

Di cosa c’è bisogno?
Curiosità, voglia di divertirsi, di contaminarsi.

Chi sono i protagonisti?
Le storie e i luoghi della città vecchia, le squadre e gli abitanti.

Quali strumenti per diffondere il messaggio?
Social Networks.

L’appuntamento è per Sabato 17 Maggio alle ore 15.00 in Piazza Fontana davanti la Torre dell’Orologio. 

Si formeranno le squadre e si darà via a TaBuh.
Al termine, aperitivo finale e premiazione dei vincitori.

Per una migliore gestione organizzativa di TaBuh occorre scrivere nell’evento FB la propria adesione o comunicarla agli organizzatori alla mail tabuhtarantogame@gmail.com, è richiesto un contributo simbolico di 2 euro.

L’organizzazione di TaBuh è aperta a chiunque voglia dare il proprio contributo, per informazioni contattare la pagina fan o la mail tabuhtarantogame@gmail.com

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Gioielli nascosti – Edicola di Santa Irene

Sul portale di accesso dell’edificio situato in Via Garibaldi 81 è posta un’edicola votiva scultorea dedicata a Sant’Irene. La figura rappresenta la santa in estasi che si innalza su una nuvola trasportata da tre putti, due ai lati e uno al di sotto. L’angelo di sinistra ha in mano una palma o un ulivo, elementi ricorrenti dell’agiografia di Sant’Irene, quello a destra porta un giglio o una rosa, simboli della verginità, ed una corona floreale. La scena si svolge al di sopra di un’immagine di una città fortificata, probabilmente la stessa Taranto, che viene protetta dalla santa dai fulmini, in quanto questa è rappresenta con il braccio alzato verso il cielo come a bloccare le folgori che minacciano la cittadinanza.

La manifattura è del XVI secolo e la committenza può essere riferibile alle varie chiese che occupavano l’area in quel periodo storico. La diffusione del culto di Sant’Irene nella città di Taranto sembra essere dovuta alla presenza di monaci basiliani, arrivati nell’area tarantina dopo le persecuzioni iconoclaste di Leone III. Nella zona Salentina, dal XV secolo, la santa era protettrice della città di Lecce, divenuta tale dopo aver protetto la cittadinanza da una pestilenza ed in seguito sostituita da Sant’Oronzo nel 1656, e della Terra d’Otranto.

La presenza del culto a Taranto è testimoniata anche in epoche successive, ad esempio è presente sulla facciata della cattedrale di San Cataldo e in un’altra edicola votiva settecentesca presente a Palazzo Ciura nella stessa Città Vecchia.

[Creative commons Le SCIAJE   – Attribuzione – Non commerciale – Condividi allo stesso modo]

Bibliografia

Antonio Basile, Taranto 2001. Note sull’arte e la pietà popolare nelle edicole religiose di Taranto Vecchia. VI edizione. Palazzo Gennarini, Progetto per la Cultura dell’abitare.

Antonio Beatillo, Napoli 1609. Historia della vita, morte, miracoli, e traslatione di Santa Irene da Tessalonica.

 

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Adesione alla mobilitazione delle Officine Tarantine

COMUNICATO STAMPA
ADESIONE MOBILITAZIONE “OFFICINE TARANTINE “

L’associazione Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje aderisce alla mobilitazione del 15 febbraio 2014 promossa dalle OFFICINE TARANTINE, condividendone tutti i punti.

La questione giovanile, la mancanza di spazi di aggregazione e di cultura, le scarsissime opportunità lavorative non possono essere trattate, come ormai consuetudine, come problemi di ordine pubblico da delegare a forze armate e muratori. I nodi vengono al pettine quando ci si accorge che non c’è alcun avanzamento nel dialogo tra le parti. La partecipazione, invece, si pratica quotidianamente, l’informazione è il primo passo ma, poi, occorre sviluppare consultazioni e rendere possibile l’integrazione in una progettazione partecipata che soddisfi i bisogni veri e concreti.

E’ necessaria, quindi, una politica di programmazione lungimirante che, finalmente, liberi i tavoli decisionali dai poteri forti che da decenni bloccano la città e li rendano aperti alle forze attive e propositive del territorio.

Una vera Rigenerazione Urbana, infatti, non può essere realizzata senza il contributo fondamentale della cittadinanza, in un confronto aperto che stimoli la crescita socio-culturale collettiva.

La crisi sociale costringe, ormai, la città a un bivio: lasciare le cose come stanno, senza alcuna reale progettualità, o dare, finalmente, voce alle istanze cittadine, favorendone la crescita formativa e l’emersione dal costante volontariato, prima che l’emigrazione, i continui crolli dei luoghi lasciati dolosamente abbandonati e l’inquinamento facciano sprofondare ogni speranza e volontà di partecipazione.

Noi, dal canto nostro, continueremo a camminare accanto alle aggregazioni sociali che rivendicano una città migliore e a coloro che, con forza, sono decisi a non lasciarsi scippare la propria terra, i propri mari e il proprio futuro da chi già da troppi anni sta distruggendo la millenaria città di Taranto.

Taranto, 14 febbraio 2014

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Con le Officine Tarantine!

 

L’associazione Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje esprime la massima solidarietà e vicinanza agli operatori ed operatrici delle OFFICINE TARANTINE che, da mesi, sono impegnati in un difficile quanto valido tentativo di restituire alla città un bene immobile in stato di totale abbandono.

La questione giovanile non va trattata come un’emergenza isolata e marginale ma rappresenta una delle criticità sociali cittadine ormai continuamente rimandata irresponsabilmente, tra palliativi e rinvii. Già da tempo esprimiamo forti preoccupazioni sulle discrasie tra quanto annunciato e quanto, poi, effettivamente realizzato.
Occorre proporre una soluzione in merito con una mediazione non al ribasso, bensì con adeguata considerazione della questione, favorendo la creazione di possibilità di occupazione reale, imprenditoria sociale, costruzione e manutenzione dal basso attraverso l’autorganizzazione.

E’ tempo di rilanciare la città con una seria programmazione che metta al centro le energie reali del territorio, attraverso un dibattito cittadino diffuso e reale su queste questioni, mirato alla rigenerazione urbana per il recupero delle zone demaniali e dei quartieri abbandonati che punti sulla reale partecipazione pubblica e su una progettualità innovativa e sostenibile.

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Gli effetti positivi del mare, una nuova idea in terra jonica

Siamo lieti di comunicare che il progetto GLI EFFETTI POSITIVI DERIVANTI DAL MARE, con referente Monica Marzo e di cui l’associazione LE SCIAJE è partner, ha superato la prima selezione del bando “Officina di idee in terra jonica” della Provincia di Taranto, piazzandosi al secondo posto con un eccellente punteggio!

Il progetto, in seguito ad una indagine sul territorio Tarantino, ha pensato di offrire alla cittadinanza un servizio ludico-cognitivo rivolto a bambini e ragazzi disabili. La città di Taranto non offre strutture e servizi adeguati ai disabili, ma offre la possibilità di svolgere attività in un laboratorio naturale: il mare. Si propone di svolgere varie attività legate alla risorsa mare in quanto studi scientifici attestano che anche il solo contatto visivi con il mare, apporta benefici nell’essere umano.
Il nostro supporto si concretizzerà nell’organizzazione di attività turistiche, informative e didattiche inerenti la tradizione marinara della città di Taranto, con particolare riferimento ai quartieri storici (ad es. Città Vecchia) e le aree naturalistiche (ad es. Mar Piccolo) della marineria tarantina, nonché nella partecipazione a eventi mirati alla valorizzazione della risorsa-mare e delle attività produttive sostenibili ad essa connesse.
Facciamo i complimenti e i nostri migliori auguri al gruppo informale, ricordando che senza progettualità ogni forma di cambiamento è impensabile!
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Ancora sui crolli (con invito)

Il crollo avvenuto nello scorso 4 febbraio riporta all’attualità il problema, irrisolto da decenni, del mancato compimento dei progetti di risanamento e ripopolamento del Borgo Antico di Taranto. Ad oggi, numerosi sono gli esempi di percorsi di partecipazione attraverso iniziative di rilancio della zona in termini di valorizzazione, anche economica, dei settori cultura, turismo e commercio. Questi, però, rimangono isolati se non tenuti in adeguata considerazione nei momenti decisionali di governo e gestione del territorio.

La valorizzazione del paesaggio urbano deve necessariamente coinvolgere e considerare le diverse soggettività che già operano e i tanti gruppi imprenditoriali e istituzionali che hanno la precisa volontà di unire e praticare interventi concreti e utili alla rigenerazione della città nel suo complesso.

Una comunità responsabile e intelligente può e deve sostenere i sogni e le speranze di tutti coloro vogliono fare il proprio lavoro nell’interesse del benessere collettivo cittadino.

Dalla crisi che ha colpito la città di Taranto su più fronti – dal problema della qualità delle acque del primo seno del Mar Piccolo a partire dal luglio 2011, con conseguente messa in ginocchio della mitilicoltura, all’esplosione nel luglio 2012 dell’emergenza ambientale, che ha riposto al centro dell’agenda politica il tema della salute nel un territorio tarantino – non c’è via d’uscita che possa prescindere da un adeguato progetto di rilancio della Città Vecchia e dell’intero Mar Piccolo, luoghi che per millenni hanno rappresentato con la civiltà dei lavoratori del mare e dell’artigianato l’identità e la memoria tarantine, autentica ricchezza del territorio.

Quello della rigenerazione urbana non può essere considerato solo un processo di attivazione di iniziative-tampone per la messa in sicurezza dei Palazzi o di interventi-spot per progetti di visione strategica di area vasta che resteranno sulla carta perché di difficile attuazione. Occorre, pertanto, chiarire qual è la destinazione d’uso della Città Vecchia e del Mar Piccolo nel documento programmatico propedeutico alla redazione del nuovo piano regolatore del XXI secolo di Taranto.

Partendo, ad esempio, da processi già in atto attraverso iniziative dal basso, come quelle mirate alla la riqualificazione della fornace tra via Cava e la postierla ss. Medici, nei pressi della riqualificata ex chiesa di s. Gaetano, quelle per la rifunzionalizzazione del parco del fiume Galeso, sede mai realizzata di un centro di educazione ambientale e di un parco letterario, e le iniziative diffuse per la creazione poli di eccellenza artistica nei quartieri Città vecchia e Tamburi.

Nel contratto di valorizzazione urbana del prossimo Piano Città proprio i quartieri Tamburi, Paolo VI, Porta Napoli e Città Vecchia saranno al centro delle attenzioni nazionali ed europee, con risorse come quelle previste dalla Zona Franca Urbana e dalla nuova programmazione europea 2014-2020.

Il problema della Città Vecchia, secolare e storica ma oggi abbandonata e dimenticata, però, non può essere considerato al di fuori dell’analisi complessiva del contesto tarantino, drasticamente mutato in appena 130 anni di storia a seguito delle due grandi industrializzazioni post- unitarie.

Occorre oggi come ieri il deciso avvio di una nuova stagione politica sulla città, sull’esempio della “Vertenza Taranto” che, all’inizio degli anni 80, significò interventi sociali importanti come la realizzazione di asili nido e scuole comunali nonché l’avvio di lavori di edilizia residenziale pubblica come quelli in via Cava e nelle periferie. Soprattutto, valorizzò il protagonismo della classe operaia lavoratrice che sostenne, ad esempio, la realizzazione di una biblioteca e centro di documentazione, a spese delle risorse del fondo-salari dell’allora Italsider, proprio nel palazzo Delli Ponti, a cento passi dai crolli avvenuti nel maggio del 1975 in Vico Reale e dagli ultimi in Via di Mezzo.

Il richiamo alla memoria per il futuro di Taranto è utile se si considerano responsabilmente gli errori fatti fino ad oggi dalla classe dirigente tutta, che ha subordinato e imposto priorità politiche ed economiche considerevoli ma limitate, poco lungimiranti e distanti dai bisogni reali della popolazione. Occorre, invece, reclamare una nuova stagione che segni il necessario cambio di registro per fronteggiare gli effetti di povertà diffusa, dovuta a una mancanza di lavoro che più di ogni parte di Italia qui a Taranto provoca grande disagio ed effetti disastrosi.

Appuntamento, quindi, a stasera alle ore 19 alla Torre dell’Orologio in piazza Fontana.

 

Angelo Cannata, presidente associazione “CSDR LE SCIAJE”

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Esperienze condivise di Rigenerazione Urbana – LUA alle Officine Tarantine

Riceviamo e più che volentieri pubblichiamo questo comunicato delle Officine Tarantine che ospiteranno gli amici del LUA – Laboratorio Urbano Aperto di Lecce, con cui abbiamo spesso avuto il piacere di condividere esperienze e di co-organizzare “Lecce incontra Taranto” lo scorso giugno:

Rigenerazione Urbana

A Taranto esperienze dalla provincia di Lecce

 Giovedì 30 alle ore 17,30 le Officine Tarantine – Ex Baraccamenti Cattolica ospiteranno un incontro di riflessione sui temi della rigenerazione urbana che vedrà ospite l’associazione Lua (Laboratorio Urbano Aperto) di Lecce.

 

L’obiettivo delle Officine è l’avvio di un confronto con altre realtà associative che si muovono nell’ambito dei processi partecipati, facendo il punto sulla situazione della città di Taranto, in cui l’occupazione di una parte degli spazi Ex Baraccamenti Cattolica, da anni abbandonati, è diventata un simbolo di “resistenza” culturale. Un centro che non c’era e che oggi ha messo radici in seno alle officine, dove giorno dopo giorno si rafforza il progetto di un centro culturale aperto alla città.

I problemi per i giovani di Taranto sono la mancanza di spazi per la cultura, lo sport e la socializzazione. Abbiamo in città una quantità enorme di spazi di proprietà pubblica in abbandono e un “esercito” di ragazzi senza nessuna prospettiva occupazionale. In una città non avvelenata culturalmente come la nostra, questi tre problemi potrebbero diventare opportunità,  utilizzando modelli sperimentali di auto-recupero e gestione degli spazi, sostenendo forme di auto-impiego e apprendimento attraverso il fare.

Siamo consapevoli dei problemi strutturali degli edifici ma siamo convinti che la città e il suo borgo non possano aspettare altri progetti visionari e milionari o assistere ad  ulteriori speculazioni facili e anacronistiche come la realizzazione di altri parcheggi. Rivendichiamo per quegli spazi un utilizzo di tipo laboratoriale per attività artigianali, artistiche, creative e sociali, destinato soprattutto ai giovani e agli anziani.

Convinti che questi argomenti possano essere di interesse collettivo e possano entrare a far parte di un dibattito culturale ora più che mai vivo nella nostra regione, invitiamo tutti ad intervenire, cogliendo lo spirito costruttivo e coraggioso di un’operazione in cui noi abbiamo deciso di commettere con generosità.

Perché il Lua?

Ospiti di questo primo appuntamento saranno i membri dell’associazione Lua (Laboratorio Urbano Aperto), che opera ormai da oltre 10 anni nell’ambito dei processi partecipati. Il campo d’azione del Lua è prevalentemente la provincia di Lecce, dove porta avanti vari processi. Tra questi il progetto del Parco Agricolo Multifunzionale dei Paduli (www.parcopaduli.it), progetto pilota del Piano Paesaggistico regionale, in cui si sperimentano tecniche neorurali legate all’agricoltura, l’accoglienza e i percorsi culturali, e la Rigenerazione Urbana del quartiere Leuca (www.rigenerazioneurbanalecce.it) in collaborazione con il Comune di Lecce, dove si rigenera il quartiere grazie al contributo di 45 associazioni salentine vincitrici di un bando pubblico per la realizzazione di progetti che abbiano come faro il coinvolgimento degli abitanti. Crediamo che questa, come altre esperienze che incontreremo in seguito, possano fornirci il punto di partenza per una riflessione allargata sulle possibili strategie di cooperazione tra il tessuto associativo, la cittadinanza e le amministrazioni.

 

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