Sul portale di accesso dell’edificio situato in Via Garibaldi 81 è posta un’edicola votiva scultorea dedicata a Sant’Irene. La figura rappresenta la santa in estasi che si innalza su una nuvola trasportata da tre putti, due ai lati e uno al di sotto. L’angelo di sinistra ha in mano una palma o un ulivo, elementi ricorrenti dell’agiografia di Sant’Irene, quello a destra porta un giglio o una rosa, simboli della verginità, ed una corona floreale. La scena si svolge al di sopra di un’immagine di una città fortificata, probabilmente la stessa Taranto, che viene protetta dalla santa dai fulmini, in quanto questa è rappresenta con il braccio alzato verso il cielo come a bloccare le folgori che minacciano la cittadinanza.

La manifattura è del XVI secolo e la committenza può essere riferibile alle varie chiese che occupavano l’area in quel periodo storico. La diffusione del culto di Sant’Irene nella città di Taranto sembra essere dovuta alla presenza di monaci basiliani, arrivati nell’area tarantina dopo le persecuzioni iconoclaste di Leone III. Nella zona Salentina, dal XV secolo, la santa era protettrice della città di Lecce, divenuta tale dopo aver protetto la cittadinanza da una pestilenza ed in seguito sostituita da Sant’Oronzo nel 1656, e della Terra d’Otranto.

La presenza del culto a Taranto è testimoniata anche in epoche successive, ad esempio è presente sulla facciata della cattedrale di San Cataldo e in un’altra edicola votiva settecentesca presente a Palazzo Ciura nella stessa Città Vecchia.

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Bibliografia

Antonio Basile, Taranto 2001. Note sull’arte e la pietà popolare nelle edicole religiose di Taranto Vecchia. VI edizione. Palazzo Gennarini, Progetto per la Cultura dell’abitare.

Antonio Beatillo, Napoli 1609. Historia della vita, morte, miracoli, e traslatione di Santa Irene da Tessalonica.

 

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