Le attività del progetto “Le SCIAJe” prevedono numerosi contatti con pescatori, artigiani, storici abitanti della città, ovvero tutti coloro che possono arricchire i nostri contenuti ed aiutarci a riportare a galla frammenti di vita marinara della città di Taranto.

Tra queste inestimabili fonti, sicuramente la più autorevole – tanto da decidere di renderlo membro onorario de “Le Sciaje” – è il Maestro d’Ascia Cataldo Portacci, classe ’27, che in questi mesi ci ha condotto, con le parole, con gli occhi ed, a volte, fisicamente, in una Taranto scomparsa. Tra le passeggiate fatte con Cataldo, le più intense sono state, finora, quelle al fiume Galeso, antica gloria naturalistica oggi relegata al triste ruolo di discarica abusiva. Da queste giornate è nata questa bella lettera di Cataldo Portacci, corredata dalle nostre foto:

RECUPERIAMO IL FIUME GALESO

RESTITUITE LE “SCIAJE” ALLA CITTA’

Su invito dei componenti dell’Associazione“Centro Studi Documentazione e Ricerca Le Sciaje”,vincitrice del bando regionale “Principi Attivi 2010”, presieduta da Angelo Cannata, ho partecipato al sopralluogo nei pressi del Fiume Galeso e dei famosi citri (sorgenti ipogee di acqua sorgiva). I quali citri rendono il Mar Piccolo più ricco di sostanze nutritive, utili anche per l’allevamento di ostriche e mitili.

Le “sciaje” erano storicamente delle località marine ricche di vivai di mitili in particolare le ostriche tarantine, oggi completamente scomparse.

Per quanto di mia conoscenza desidero sollecitare la riflessione su alcuni aspetti della storia della Città, non solo per ricordare il passato, ma per ricavare i valori utili oggi per la rinascita del Galeso e dell’intero bacino del Mar Piccolo.

Nel corso di questo sopralluogo, con profondo rammarico abbiamo constatato il degrado, l’abbandono di questa parte del territorio tarantino e di tutto il litorale adiacente. Tali località erano un tempo fiorenti, ricche di vegetazione, decantate nelle famose “Delizie Tarantine”di Tommaso Niccolò D’Aquino. Oggi sono deturpate e private delle sue caratteristiche naturali: il celebre fiume Galeso ridotto a canale. Le sue acque provengono dall’entroterra, le famose “polle”,distanti dalla foce circa un chilometro. Il litorale adiacente è devastato da colmate abusive, realizzate con materiale da risulta provenienti da lavori dell’edilizia. I componenti dell’Associazione tarantina “LE SCIAJE” mi hanno posto delle domande al fine di ottenere ulteriori elementi di conoscenza per formulare delle proposte di recupero dell’area.

Negli anni passati del secolo scorso, anche grazie al mio modesto contributo, sono state portate avanti numerose iniziative, anche con l’aiuto delle Associazioni Ambientaliste, quali:

·         sopralluoghi e visite guidate con studenti ed docenti organizzate da consigli di classe e di istituto;

·         assemblee pubbliche nelle circoscrizioni Tamburi e Paolo VI;

·         conferenze con la partecipazione attiva dei migliori studiosi della tarentinità;

·         ciclo passeggiate, gare podistiche “corri per il Galeso” con la partecipazione delle associazioni sportive;

·         concorsi di pittura estemporanea con soggetto il Fiume Galeso promosso dalle Circoscrizioni;

·         mostre itinerante in tutte le scuole cittadine portate avanti da Cooperative di Fotografi professionisti;

·         incontri divulgativi presso le scuole della Nostra Città.

 

Il paesaggio del Fiume Galeso, decantato da illustri e numerosi poeti di ogni epoca, porta, purtroppo, l’indelebile ferita della costruzione del viadotto Taranto – Grottaglie, che rompe l’incanto del luogo. Durante la sua costruzione negli anni ’70, il sottoscritto con gli ambientalisti dell’Associazione Italia Nostra delegazione di Taranto, diretta dall’illustre Prof.Antonio Rizzo, cercammo di impedire lo scempio piantando le bandiere dell’Associazione proprio dove sarebbero stati costruiti i pilastri della strada. Ogni sforzo fu ,purtroppo, vano.

Nel corso degli anni sono stati elaborati e presentati alle diverse amministrazioni provinciali diversi progetti da tecnici di alto livello professionale per realizzare il Parco Naturalistico del Galeso. Per quanto di mia conoscenza, ultimo in ordine di tempo, quello del 1995 redatto da Prof. Cosimo Sebastio, Dr Vito Crisanti e dall’Ingegnere Franco Tonti.

Questi Progetti, purtroppo, sino ad oggi sono rimasti ad impolverarsi come i precedenti negli archivi cittadini, con spreco di intelligenze e risorse.

Dal sopralluogo risulta solo una bonifica parziale che riguarda la sola recinzione dell’area relativa alla sorgente del Fiume.

Considerando gli anni trascorsi, come giustificare il grave ritardo con il quale procedono le attività di recupero di un bene naturalistico di così rilevante importanza? I giovani interessati dalle iniziative di divulgazioni nel corso degli anni sono diventati cittadini adulti, come spiegargli i motivi di tutte queste intollerabili lentezze ? Quanto tempo ancora la città deve attendere per il definitivo recupero dell’Area del Fiume Galeso?

Come inserire armonicamente la bonifica dell’Area con quella dell’intero Mar Piccolo nel contesto della grave situazione generata dalla contaminazione da diossina e pcb dei fondali e dei mitili ?

Il recupero e la realizzazione del Parco Naturale del Galeso deve essere parte integrante del Progetto del risanamento e della bonifica del Mar Piccolo .

Per questo si rende necessario attraverso varie iniziative la creazione di un vasto movimento cittadino di carattere culturale per uno sviluppo compatibile e sostenibile della Nostra Taranto degli anni 2000.

La classe politica tarantina in questo periodo di crisi deve dare segnali concreti per realizzare questo progetto, dove ognuno deve fare in modo costruttivo la propria parte per operare nelle istituzioni democratiche . Si devono sentire, quindi, impegnati tutti i consiglieri comunali, provinciali e regionali insieme ai rappresentanti al Parlamento Nazionale ed Europeo per essere uno stimolo importante in tal senso viene dai giovani dell’Associazione“Le Sciaje”.

La decisione di operare un sopralluogo in un area tanto illustre da parte di questi giovani penso possa costituire un importante contributo, il cui desiderio di partecipazione civile andrebbe concretamente incoraggiato.

Penso, infine, che sia altresì importante non disperdere le conoscenze e le energie che si sono spese nel corso di tanti anni su questi temi, rendendole disponibili nei luoghi di incontro e di cultura che la città può offrire a tutti i cittadini che possono e vogliono cimentarsi nella prosecuzione della battaglia sociale e culturale per la rinascita ambientale del Galeso e del Mar Piccolo di Taranto.

Taranto, settembre 2011                                              Cataldo PORTACCI

 

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