Cultura e turismo, Cannata (Le Sciaje): “Lo sviluppo di Taranto sia fondato sulla partecipazione della comunità”
dichiarazione del presidente dell’associazione Le Sciaje, Angelo Cannata
E’ stato molto interessante partecipare all’incontro “Taranto e turismo, oltre i luoghi comuni”, svoltosi ieri a Palazzo di Città. E ringrazio l’Amministrazione comunale per aver voluto promuovere questo confronto. Concordo con quanto afferma l’Assessore all’Industria turistica e Culturale, Loredana Capone, secondo cui “Taranto può diventare un faro culturale e turistico della Puglia”. E ho trovato molto ragionevoli le opinioni della direttrice del Museo Nazionale archeologico di Taranto Eva Degli Innocenti che ha nel suo intervento sottolineato l’urgenza e la necessità di attivare una cabina di regia realmente inclusiva per elaborare una programmazione culturale del tempo libero a Taranto. Credo però che non sia più il tempo di commettere gli errori del passato se si vuole davvero avviare una svolta sul fronte del lavoro culturale e del cosiddetto marketing territoriale. In questi anni in città sono state le energie che si sono impegnate in questi ambiti, offrendo il proprio contributo, spesso con parecchia fatica, per uno sviluppo diffuso di tutta la cittadinanza, dei quartieri di Taranto, fino a quello di tutti i comuni della provincia. Per questo, sono convinto che qualsiasi percorso che voglia imprimere un cambiamento vero nelle politiche di sviluppo socio-culturale del territorio rischierebbe di restare una, l’ennesima, occasione persa, se non sarà in grado di valorizzare anche gli sforzi compiuti in tutto questo tempo da esperienze cresciute spontaneamente nel territorio. Un lavoro di sviluppo culturale per essere efficace e duraturo deve, ancor di più in una città come Taranto, essere anche il risultato di un processo democratico, che coinvolga la comunità, la faccia partecipe delle scelte decisive per il proprio futuro, attivando così meccanismi di riconoscimento dei cittadini nelle scelte strategiche. La costruzione di una visione della città futura potrà essere autentica se sarà capace di non escludere le esperienze che ogni giorno sono a contatto con i cittadini e di non restare legata ai soliti noti, ai loro contenuti inattuali e che magari rappresentano solo se stessi.
Non sarebbe nemmeno troppo difficile almeno solo iniziare a superare i “luoghi comuni”, riprendendo il titolo dell’incontro promosso dal Comune di Taranto. Basterebbero alcuni primi passi come la capacità di sostenere l’aggregazione tra progetti, di promuovere in particolar modo progetti concepiti come veicolo di formazione sia per le nuove istanze di cittadinanza sia per le nuove economie; introdurre forme innovative, flessibili e trasparenti per gli affidamenti di spazi e servizi pubblici come giardini e biblioteche e centri di aggregazione. E, ancora, creare una piattaforma, anche attraverso l’ ottimizzazione del portale web Comune di Taranto, che possa servire da strumento di servizio e agenda del territorio.
Infine, occorre prestare attenzione al centro storico di Taranto. Un pezzo fondamentale di tutta la città e della sua identità, tuttora poco conosciuto e sovraccaricato dal peso di troppi “luoghi comuni”. La città vecchia è uno scrigno di bellezza sofferente, ma laboratorio dell’innovazione sociale e di pratiche di comunità possibili e realizzabili sostenendo il recupero delle pietre e delle persone che lo animano con le proprie biografie e culture. Una miniera ricca di storie ed utopie non da soffocare ma da sostenere e valorizzare.