Esattamente due anni fa crollò la piccola Chiesa di San Paolo alle Pentite nella Città Vecchia di Taranto. Quel crollo in un vicoletto ai margini di Via Duomo, via Pentite, fece scalpore sulle cronache perché stava per scapparci il morto ma, passata l’indignazione iniziale, dopo qualche frase di circostanza e qualche transenna, la Chiesetta sventrata è tornata nell’oblio che ha permesso a qualche rampicante e un albero di fico selvatico mai ripulito di distruggerne l’antico soffitto.

A questo crollo ne sono seguiti altri, accompagnati da furti di beni storico-artistici e lavori annunciati e mai partiti.

Noi non ci stiamo. Non si può accettare che l’ignavia, la negligenza e l’imperizia continuino a cancellare la memoria della città di Taranto, facendo marcire le radici buone così come vengono lasciate crescere quelle nocive.

Per questo ripubblichiamo questo ottimo articolo di Alfonso Musci, pubblicato dal Corriere del Mezzogiorno due giorni dopo il crollo (cliccate sull’immagine per ingrandire)

 

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