E’ con gran piacere che pubblichiamo la lettera del Maestro d’Ascia e membro onorario de “Le Sciaje” Cataldo Portacci

RIFLESSIONI E PROPOSTE PER LO SVILUPPO ECOCOMPATIBILE DELLA NOSTRA CITTA
La decisione della Marina Militare, presa sulla base delle direttive del Ministero della Difesa, di trasferire in Mar Grande, presso la Nuova Base di Chiapparo, alcuni servizi logistici e amministravi, libera alcune importanti aree e relative strutture del territorio tarantino. Tale scelta renderebbe, in particolare, l’ affaccio sul Mar Piccolo dove è situata l’attuale Banchina Torpediniere fruibile alla Città.
Questo può costituire una grande opportunità per costruire la Città che vogliamo, la Taranto del futuro: una Città più ecocompatibile e a misura d’uomo in armonia con il recupero di una parte importante della Nostra identità cittadina.
Il percorso di sviluppo è stato proposto ed indicato nel corso degli ultimi anni da molte componenti politiche – istituzionali e culturali di Taranto; le quali scevre da interessi di parte sono da sempre impegnate al servizio per il bene della Nostra Città.
Nei prossimi mesi, dopo il difficile periodo amministrativo utilizzato per terminare la fase del dissesto finanziario, il Consiglio Comunale, che sarà eletto nella prossima primavera, deve iniziare un percorso più virtuoso attraverso l’elaborazione di un nuovo Piano Regolatore della Città e dei relativi Piani Particolareggiati. Un percorso che si deve sviluppare, quindi, verso tutto il territorio comunale con il contributo sinergico tra Marina Militare e le forze politiche, culturali, economiche e imprenditoriali presenti nella realtà tarantina
Il Piano Regolatore deve avere una sua valenza e centralità per fermare l’espansione della Città sbilanciata verso la zona sud – orientale. In tal senso, al fine di poter recuperare ad un ruolo centrale la zona del Borgo e Città Vecchia. Il Piano non deve essere disgiunto dalla fruibilità piena delle risorse marine e paesaggistiche anche con la bonifica ambientale produttiva del Mar Piccolo. Il Borgo Antico deve poter svolgere un suo ruolo specifico nel contesto cittadino come Centro Direzionale della Pesca, della Mitilicoltura e Turismo. All’Isola della Città Vecchia deve essere consentito di esprimere tutte le sue potenzialità non solo per periodi limitati ad alcuni eventi. Per avviare un percorso virtuoso sarebbe necessario dare seguito ai preziosi suggerimenti per il recupero ambientale e produttivo proposti dall’IAMC CNR “A. Cerruti” di Taranto insieme al Polo Scientifico e Tecnologico Magna Grecia lo scorso 17 novembre. Dal Piano non dovrebbero esser disgiunta la preziosa presenza dell’Isola di San Paolo che potrebbe essere utilizzata come presidio centrale della ricerca e della tutela ambientale dell’intero Golfo di Taranto .
Anche per la vivibilità della Città è possibile intraprendere nel breve termine delle iniziative rivolte a decongestionare il traffico e migliorare la qualità dell’aria. In tal senso sarebbe utile integrare il trasporto urbano con bus navetta pubblico, anche rilanciando quello via mare, con aree di sosta attrezzate agli ingressi della Città.
Un attenzione particolare merita l’affaccio verso il Mar Piccolo: Banchina Torpediniere, Rampa adiacente e Ospedale Militare a cui dovrebbe essere rivolto un progetto a medio e breve termine organico e omogeneo. I preziosi poli museali (Marta e Reperti del Museo
Oceanografico dell’IAMC CNR ) della zona e la Villa Peripato dovrebbero essere integrati in una logica di fruibilità turistica e culturale anche attraverso dei percorsi pedonali. Solo così si potrebbe ridare alla Città agli antichi splendori, ad esempio ricostruendo la Scalinata Monumentale della Villa Cittadina. Al suo ingresso potrebbero essere collocati i due Leoni in pietra che facevano bella mostra all’ingresso della Villa di Monsignor Capacelatro, demolita per costruire l’Ospedale Militare. Oggi le sculture sono custodite dalla stessa Marina Militare presso il suo nosocomio.
Con rammarico ho appreso, attraverso la stampa, la notizia della demolizione della ex nave Ammiraglia della Marina Militare Vittorio Veneto. Essa è attualmente in disarmo agli ormeggi della Banchina Torpediniere. In tal caso si vanificherebbero tutte le proposte ed i progetti di valorizzazione volti trasformarla in monumento nazionale della Nostra Marina. Il suo recupero potrebbe essere il valido ed insostituibile simbolo del contributo offerto dalla Città di Taranto nel corso dei 150 anni di Unità Nazionale. Bisogna, perciò, intervenire in tempo per evitare la demolizione della Nave: non si distruggerebbe solo un vascello, ma anche tutti i valori che nel bene e nel male hanno contraddistinto una parte importante delle Nostra Storia.
In tal senso invito le Autorità Istituzionali, Il Sindaco Ezio Stefano, Il Presidente della Provincia Gianni Florido e le componenti istituzionali della Nostra Provincia di promuovere una petizione popolare rivolta al Ministero della Difesa e dei Beni Culturali. Essa potrebbe essere svolta in stretta collaborazione con le stesse Autorità Marittime di Taranto.
Per il recupero e la fruibilità turistica e culturale della Vittorio Veneto dovrebbe essere attivati dei progetti finanziati con i fondi previsti dalla Programmazione Comunitaria in materia di recupero e valorizzazione del patrimonio storico.
Queste sono alcune proposte indirizzate allo stimolo di iniziative per la rivalutazione del Nostra Città. Si deve creare un movimento di opinione culturale cittadino capace di superare uno stato diffuso di apatia in una parte non trascurabile della Città di Taranto.
Per realizzare questo percorso l’intera classe politica cittadina è chiamata a fare uno storico salto di qualità.
Taranto, 1 gennaio 2012

Cataldo PORTACCI